GlobeTrotter - Diari di Viaggio

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Etiopia, Il diario di Viaggio

10º giorno - AXUM

axum

Inizio delle visite alla città santa di Axum, ricca di leggende e splendidi monumenti. La città fu capitale di un regno che da tempi antichissimi e fino al IX secolo d.C. esercitò la propria influenza sui paesi confinanti: la regione del Nilo, l’Etiopia settentrionale e le rive del Mar Rosso, zone importanti per il commercio. Qui, si dice, visse la Regina di Saba e nacque suo figlio Menelik I, nato dalla relazione con re Salomone. Visita al piccolo Museo, ed ai monumenti che testimoniano l’influenza sudarabica nell’architettura: il bagno della Regina e i resti del palazzo reale. Ma tra tutto spiccano le bellissime e maestose steli monolitiche, a dimostrazione della superioritá che l'impero axumita poteva vantare nel campo architettonico. Le steli, derivate dalle pietre di forma allungata, usate abitualmente in Oriente sulle tombe di persone illustri, sono incise con ornamentazioni che rappresentano edifici di tipo sudarabico. Tra le tante, spicca la stele restituita dall’Italia e ricostruita sul posto, vicino alla similare. Alla base si possono trovare lastre di pietra con un’area per sacrifici. La stele più grande giace a terra spezzata, mentre altre si ergono contro un cielo blu.

11 º giorno - AXUM / ADWA / YEHA / MEKALLE O GHERALTA

monastero Debredamo

Partenza per Adwa, dove cent'anni fa si svolse una cruenta battaglia durante il periodo della conquista coloniale, vinta dall'esercito africano contro l'armata italiana guidata dal generale Baratieri. Si prosegue fino a YEHA, luogo che conserva le testimonianze del periodo sabeo di cui si potrà ammirare l'imponente tempio formato da blocchi squadrati dalla tipica architettura sudarabica. Il Tempio si trova all'interno di un recinto sacro e probabilmente era dedicato al dio del Sole e della Luna. Successivamente, con l'avvento del cristianesimo in Etiopia nel V sec. d.C., fu riutilizzato per celebrare cerimonie cristiane. Le visite continuano al monastero di Debredamo raggiungibile percorrendo una panoramica strada tra ambe rocciose e profondi canyon. Il monastero, dove possono accedervi solo gli uomini, si staglia su una parete rocciosa dove l'unico accesso si trova a 16 metri di altezza, ed è raggiungibile solo arrampicandosi lungo una corda di pelle di capra intrecciata e appigli nelle pareti rocciose. Proseguimento per MEKALLE O GHERALTA.

12 º giorno - MEKALE O GHERALTA

Tigray

Giornata dedicata dintorni di Mekalle o Gheralta. Visita alle chiese rupestri sparse nei dintorni, alcune sono fra le rocce delle “ ambe”, le montagne dalle cime piatte, in anfratti, in grotte o scolpite nelle pareti rocciose tra orizzonti aspri e immensi del Tigray. Le chiese generalmente sono posizionate e suddivise a gruppi. I gruppi più conosciuti sono quelli di Gheralta, Takatisfi e Atsbi. Alcune sono in posizioni quasi inaccessibili, mentre altre sono facilmente raggiungibili. Le prime chiese furono scoperte casualmente nel 1868 ma solo successivamente, durante l’occupazione italiana , vennero scoperte decine di altre chiese. Tra le chiese più rappresentative quella di Wukro con il soffitto affrescato, quella di Abraha Atsbeha posta su uno spuntone roccioso, realizzata all’interno di una caverna naturale con straordinari dipinti e reliquie. Durante il percorso saranno fatte deviazioni che portano alla scoperta di numerose chiese.

13 º giorno - MAKALLE / AMBA ALAGI / LALIBELA

Partenza per DESE, attraverso i passi montani di AMBA ALAGI e MAYCHEW , a circa 3000 metri di altitudine, due località legate al periodo coloniale italiano dove si svolsero importanti e cruente battaglie tra etiopi e italiani. Proseguimento lungo una verde vallata, e discesa costeggiando il lago Ashangui e superando il passo montano di Alamata , fino a raggiungere la città di LALIBELA, nota per le sue straordinarie 11 chiese scavate nella roccia.

14 º giorno – LALIBELA

LALIBELAIn mattinata visita a LALIBELA. Difficile descrivere la bellezza e l'atmosfera che l'insieme e l'imponenza delle chiese suscita. Undici chiese collegate tra loro da tunnel e trincee. Le chiese, uniche nella loro tipica architettura, sono sotto l' egida dell' Unesco che tenta di conservarle essendo monumenti unici al mondo. Le chiese furono costruite per volere di Re Lalibela, scavate nella roccia, e la leggenda dice che solo l’intervento degli angeli aveva potuto permettere tali costruzioni. Dal piano terra sono stati scavati in profondità dei blocchi di gres, un unico masso ancorato alla roccia, lavorati esternamente, con bifore e trifore , dando così ad ogni chiesa una propria specifica architettura; il masso è poi stato scavato e scalpellinato all' interno, creando pilastri, archi , capitelli, finestre, in un' armonia unica, alcune sono affrescate internamente e tutte emanano una forte atmosfera mistica. Tra le più note, la chiesa di San Giorgio, dalla tipica architettura a forma di croce, la chiesa del Salvatore del mondo, la più grande caratterizzata dalle colonne esterne. Importante Biet Mariam, rettangolare a tre navate con un interno molto elaborato con affreschi e dipinti, e Biet Emanuel posta su un podio alla profondità di 12 metri con pareti esterne a fasce orizzontali.

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